Spettacoli

Ultim'ora

Paura per un gruppo di disabili, il pulmino si ribalta in Abruzzo: un passeggero in condizioni serie

PEOPLE

Asia Argento contro #DissensoComune: "Troppo poco". Le repliche: "È solo un inizio"

L'attrice intervistata da Hollywood Reporter si scaglia contro il manifesto delle donne del cinema italiano: "Lavano le loro coscienze dopo quattro mesi di silenzio". Da Sandrelli a Crescentini: "Diamo voce a chi non ce l'ha"

2 minuti di lettura
"Finalmente è arrivata la letterina di Babbo Natale delle 'donne del cinema italiano' contro le molestie. Contestano l'intero sistema ma si guardano bene dal fare nomi". Così Asia Argento reagisce a caldo a #DissensoComune, la lettera firmata da 124 donne che, partendo dal caso Weinstein, si schiera contro "il sistema delle molestie sessuali" unendo le forze per "smascherarlo e ribaltarlo". Un manifesto condiviso da tante donne che lavorano nel mondo dello spettacolo e che continua a raccogliere adesioni, come quelle di Stefania Sandrelli e Sabrina Impacciatore, due attrici del folto cast di A casa tutti bene, il nuovo film di Gabriele Muccino. Senza però l'adesione di Asia, l'attrice che per prima si è esposta nell'inchiesta di Ronan Farrow pubblicata sul New Yorker ricevendo in cambio insulti e reazioni polemiche.


Un'assenza clamorosa quella di Asia Argento, che spiega la sua posizione in un'intervista a Hollywood Reporter: "Innanzitutto mi sarebbe piaciuto essere stata coinvolta dall'inizio in questo dibattito" dichiara l'attrice, spiegando poi i motivi per cui non condivide il manifesto: "Certamente non rappresenta nulla di tangibile per cambiare il sistema su cui puntano il dito. Non denunciando i colpevoli, non avendo un piano d'azione concreto, non aderendo alla marcia delle donne, mi sembra che stiano solo lavando le loro coscienze per questi quattro mesi di silenzio assordante sul movimento #MeToo".

"Intanto è un inizio, quindi non mi arrabbierei" dice Carolina Crescentini commentando la posizione di Asia Argento che ritiene il documento troppo blando senza nomi e cognomi. "Se ci sono nomi che devono uscire - aggiunge - usciranno, ormai si è innescato un processo e quindi accadrà. Se le donne si uniscono sicuramente potranno dare il coraggio a chi non ce l'ha". Anche Stefania Sandrelli aderisce al movimento: "Non sono mai stata capoclasse ma mi voglio schierare per dare voce alle donne che non ce l'hanno. Bisogna anche tenere in conto il sostegno sociale e la parità di diritti: sono felicissima di essere donna (e di non essere uomo) ma pretendo pari diritti, e ancora non ce l'abbiamo".

#DissensoComune, le attrici di Muccino: "È un inizio, dare voce a chi non ce l'ha"


Sabrina Impacciatore si è commossa quando le hanno chiesto di condividere la lettera: "Si sentiva la mancanza di questa voce, non era più possibile tacere. Mi sentivo isolata e sono stata felice che tutte la pensassimo alla stessa maniera. Non è tanto per noi ma per tutte le bambine portatrici di un sogno che un giorno potranno dire: io ho lo stesso tuo diritto". Claudia Gerini non è tra le firmatarie della lettera perché non ha ricevuto la richiesta di adesione ma, sottolinea, "sono favorevole quando le donne si uniscono con un obiettivo comune, che è quello di sovvertire questo sistema". Però, aggiunge, "mi sarebbe piaciuto leggere anche tante firme maschili, perché penso che non sia una battaglia che debbano condurre solo le donne ma anche gli uomini in quanto fratelli, padri, mariti. Anche loro devono aggiungersi a questo coro, voglio vedere firme di registi e attori".

Da parte sua Asia partecipa attivamente al dibattito sui social: retwitta le parole di Miriana Trevisan ("Sarebbe più onesto dire: 'siamo costrette a non esporci perché il sistema è così radicato che perderemmo il lavoro'. Quindi non puntando il dito credete che il sistema venga smascherato? Negli Usa non mi pare che sia andata così") e attacca una delle firmatarie: "Cristiana Capotondi che aveva difeso il predatore Fausto Brizzi. Quanta coerenza". Poi, sempre su Twitter, Asia si rivolgendo direttamente alle firmatarie del documento #DissensoComune: "Aspetto dei gesti concreti, quelli che abbiamo fatto noi per prime: denunciando, aiutandoci a vicenda, condividendo i traumi, scendendo in piazza, gridando il vero dissenso contro il patriarcato. Allora sì potremo finalmente unirci e combattere veramente insieme".

C'è chi la sostiene, come Francesca D'Aloja che ritira la firma dal manifesto: "Vorrei dichiarare pubblicamente il mio dissenso per non aver esplicitamente fatto il nome di @AsiaArgento nel doc #DissensoComune - scrive su Twitter. - Ho firmato perché le parole espresse sono sacrosante, tuttavia ho più volte sottolineato l'imperdonabile assenza di Asia, mi auguravo un ripensamento". 

Intanto le promotrici hanno messo una mail a disposizione di chi volesse aderire al documento #DissensoComune: adesioni@dissensocomune.it