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534 - Anziani e interazioni farmacologiche

Pazienti sempre più anziani che assumono sempre più farmaci: un cocktail pericoloso che aumenta il rischio di interazioni gravi. [Lettura 4 min] L'invecchiamento della popolazione negli ultimi decenni ha comportato un aumento delle prescrizioni di farmaci, accompagnato da un incremento del numero di medicinali disponibili. Di conseguenza, il numero di soggetti in politerapia (uso concomitante di cinque o più farmaci) è in costante aumento, con una crescente esposizione a interazioni farmaco-farmaco (DDI, Drug-Drug Interaction ). In Italia il 68,1% dei soggetti di età ≥65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diversi principi attivi nel corso del 2022 e più di un soggetto su 4 (28,6%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi (rapporto OsMed 2022). La probabilità che queste politerapie contengano farmaci controindicati in associazione aumenta di conseguenza. Un'analisi francese su un campione di 7 milioni di prescrizioni ha dimostrato che le prescrizioni concomitanti di
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533 - Indicazioni dei fluorochinolonici

I fluorochinolonici sono antibiotici utili ed efficaci, anche se con un profilo di effetti avversi pesante. La prescrizione va riservata a infezioni gravi e per le quali non ci siano alternative. [Lettura 5 min] I fluorochinoloni costituiscono un gruppo relativamente omogeneo di antibiotici ad ampio spettro, generalmente efficaci nelle infezioni sistemiche.   Sono antibiotici critici, cioè farmaci con indicazioni ristretta che hanno un impatto maggiore sul microbiota digestivo e sulle resistenze batteriche. Benché l'uso sconsiderato degli ultimi decenni abbia fatto aumentare le resistenze, sono potenzialmente attivi contro un gran numero di batteri patogeni (tabella). L'utilizzo espone i pazienti a numerosi effetti avversi, alcuni gravi, per cui deve essere attentamente considerato e limitato a indicazioni validate. Negli ultimi anni sono emersi anche effetti avversi di durata prolungata o irreversibili, che riducono il rapporto rischio-beneficio. Non è quindi giustificata la

552 - Agonisti GLP-1 e rischi durante l'anestesia generale

Nei pazienti che assumono agonisti del recettore GLP-1 va tenuto presente il rischio di aspirazione del contenuto gastrico durante un'anestesia generale. [Lettura 4 min] L'aspirazione del contenuto gastrico nelle vie aeree durante l'anestesia è una complicanza grave che può causare polmonite da aspirazione o altre lesioni polmonari. Può causare complicanze a lungo termine, morbilità e morte. Il fattore di rischio principale per l'aspirazione durante l'anestesia è la presenza di alimenti o liquidi nello stomaco. Nel settembre 2023, l' Institute for Safe Medication Practices Canada (ISMP Canada) ha segnalato rischio di inalazione del contenuto gastrico durante l'anestesia nei pazienti trattati con un agonista GLP-1. In uno dei casi descritti, un paziente che stava assumendo semaglutide iniettiva una volta alla settimana per perdere peso si è sottoposto a un intervento di chirurgia ortopedica. La dose di semaglutide era stata aumentata circa 2 settimane prima

551 - La terapia dell'insufficienza cardiaca

L'insufficienza cardiaca è una patologia frequente in medicina generale e il MMG ne deve saper gestire la terapia, il monitoraggio e l'adeguamento nel tempo. [Lettura 10 min] Questo post si concentra sulla terapia farmacologica alla luce delle attuali linee guida. Stadi e classi dell'insufficienza cardiaca - Nel 2021 un gruppo di associazioni cardiologiche ha proposto una nuova classificazione dell'IC in 4 stadi: A : pazienti ad alto rischio di sviluppare IC in assenza di cardiopatia o sintomi IC (presenza di fattori di rischio come malattia coronarica, diabete, ipertensione, fibrillazione atriale, malattia cardiaca valvolare) B : cardiopatia strutturale in assenza di segni o sintomi di IC (aumento dei livelli di BNP, riduzione della FE) C : cardiopatia strutturale e sintomi di IC in atto o pregressi (dispnea, edemi declivi, astenia,…)  D : stadio avanzato , nonostante una terapia medica ottimale e interventi specialistici Le terapie sono rivolte prevalentemente a

550 - Oppioidi e cadute con conseguenze gravi

L'esposizione agli oppioidi è associata al rischio di cadute con conseguenze gravi in tutti i gruppi di età, ma i più anziani hanno un rischio maggiore. [Lettura 3 min] Le cadute rappresentano una delle principali cause di infortunio e di ricovero ospedaliero, in particolare tra gli anziani, per i quali una caduta è una delle principali cause di declino funzionale, perdita di indipendenza e mortalità. Pochi studi sono stati progettati per valutare il rischio legato all'età per le cadute associate all'uso di oppioidi. In uno studio di popolazione, ricercatori australiani hanno quantificato il rischio correlato all'età di cadute con conseguenze gravi tra 3,2 milioni di adulti che hanno iniziato la prescrizione di oppioidi tra il 2005 e il 2018. La "caduta con conseguenze gravi" era definita da ricovero ospedaliero, accesso in pronto soccorso o morte in rapporto alla caduta. Nel database le donne erano il 53% del totale e i soggetti di età ≥85 anni erano il 4,3%

549 - Anticoagulanti orali ed SSRI: aumento del rischio emorragico

È noto che gli SSRI aumentano il rischio emorragico. L'associazione con anticoagulanti orali ha un effetto sinergico sul rischio di emorragie maggiori. [Lettura 5 min] I farmaci antidepressivi sono tra le classi di farmaci più frequentemente prescritte in tutto il mondo.  Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono quelli più utilizzati e spesso raccomandati per il trattamento del disturbo depressivo maggiore rispetto ad altre classi di antidepressivi, a causa dell'efficacia simile e del profilo di sicurezza relativamente favorevole. È stato dimostrato da tempo che gli SSRI aumentano il rischio di emorragie maggiori, probabilmente a causa della loro inibizione dell'attivazione piastrinica durante l'emostasi. Il rischio assoluto è basso per la maggior parte dei soggetti che assumono SSRI, ma l'associazione con antiaggreganti o anticoagulanti orali (AO) può aumentarlo. Molti studi (ma non tutti) degli ultimi 15 anni hanno dimostrato che il

548 - Anticoagulanti diretti: sì, no, forse

Una interessante revisione della letteratura fa il punto sulle indicazioni degli anticoagulanti diretti, sulle controindicazioni e sugli aspetti ancora incerti. [Lettura 9 min] Negli ultimi dieci anni, sulla base dei dati provenienti da ampi studi randomizzati e controllati, i DOAC sono diventati gli anticoagulanti preferiti per la prevenzione dell'ictus nella fibrillazione atriale e per il trattamento acuto e la prevenzione secondaria a lungo termine del tromboembolismo venoso (TEV) nella maggior parte dei pazienti, oltre ad aver ottenuto anche altre indicazioni, come la prevenzione primaria del TEV, per esempio dopo chirurgia ortopedica. I DOAC, che comprendono sia gli inibitori orali del fattore Xa sia gli inibitori della trombina, hanno alcuni vantaggi rispetto al warfarin, tra cui: minor rischio di emorragia intracranica dosaggio fisso senza monitoraggio di laboratorio di routine o restrizioni dietetiche più rapido onset/offset del farmaco, che facilita la pianificazione perip