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Sponz Fest 2023: pazzi sì, ma per vincere la follia!

Il festival di Vinicio Capossela ribalta a suon di musica prospettive, ragione e polvere
Sponz Fest 2023: pazzi sì, ma per vincere la follia!
Credits: Barbara Pasquariello

“Faciti rota! Rota!”: la pazzia in fondo segue dei meccanismi circolari e così anche il grido di battaglia dello Sponz Fest numero 10. In occasione del decennale del festival da lui ideato e diretto, Vinicio Capossela ha dato libertà alla follia dissipatrice della festa, in un luogo, quello esteso della sua Alta Irpinia, di socializzazione e ricreazione.

Manifestando apertamente quell’urgenza alla base del suo ultimo lavoro, “Tredici Canzoni Urgenti”, l’istrionico artista in questa edizione 2023 ha voluto dare con la spinta del movimento tutto lo spettacolo di un mondo senza le lenti costrittive della ragionevolezza, che impongono alla nostra quotidianità la barbarie continua di guerre, sfruttamento e violenza. Così, “i pacci”, i pazzi accorsi alla chiamata, si sganciano dal brutale ordinario per passare da un palco all’altro, con sragionata e liberatoria rotazione.

Allestito come di consueto in forma itinerante, questa volta dal 20 al 27 agosto 2023 tra i comuni irpini di Andretta, Aquilonia e Calitri, lo spettacolo ha messo insieme un cartellone eterogeneo di laboratori, incontri e soprattutto tantissima musica, culminata nei due grandi concerti conclusivi, andati in scena dal tramonto all’alba nella cornice di Monte Canto e del Ballodromo, lì dove ha preso vita l’intero immaginario mitologico e folkloristico dello Sponz Fest.

In un’area bucolica lontana dalle tradizionali rotte geografiche, tre palchi hanno permesso di passare da un’esibizione all’altra, quasi senza soluzione di continuità. Semplicemente rivolgendosi altrove, verso destra, verso sinistra o al centro, il pubblico ha quindi assistito a una vera e propria maratona non solo musicale, ma anche pazzesca. Ovviamente si balla, si suda, si sponza assecondando l’ebbrezza unica dell’imprudenza e della vitalità del movimento, principio cardine della comunità e della festa che unisce sacro e profano in un colpo solo. E quindi via alle danze con il folk sospeso tra cajun e fisarmonica del Trio Ristoccia, la memoria storica delle tradizioni emiliane dei Violini di Santa Vittoria, la cumbia baiana dell’argentino Mintcho Garrammone e il grande ritorno de La Banda della Posta. E poi, a seguire, il liscio d’autore fa dimenare i corpi a ritmo di valzer, polke e mazurke con violino, oboe, clarinetto, fisarmonica, contrabbasso, chitarra e batteria dei musicisti dell’Orchestrina Di Molto Agevole, guidata dal sempre dinamico Enrico Gabrielli insieme alle voci di Valeria Sturba e Vincenzo Vasi.

Ancora, in una continua girandola di fuochi d’artificio sonori, ecco calcare le assi gli Skiantos, guidati dalla voce e dalla chitarra di Dandy Bestia a ripercorrere la storia della band che ha fondato insieme a Roberto “Freak” Antoni. Arrivano quindi inni generazionali sempre e comunque controcorrente come “Sono un ribelle, mamma”, “Kinotto”, “Io ti amo da matti” e “Mi piaccion le sbarbine”, in un repertorio di schegge di fulminante sarcasmo. A contribuire alla follia collettiva di una serata in cui non c’è che da dissipare l’entusiasmo, Nino Frassica con i suoi Los Plaggers dà corpo a calembour linguistici e musicali combinando insieme cinquant’anni di musica italiana in improbabili canzoni-puzzle capaci di fondere “Samarcanda” con “La canzone del sole” e “Tuca tuca” passando per “Tammuriata nera” e “Siamo donne”, dando sfogo a una verve comica a cui è difficile resistere. 

Infine, il grande concerto-evento di Vinicio Capossela, lungo quanto tutta la notte fino a salutare il sole del mattino seguente.

Ad aprire la serata, un ormai di casa Micah P. Hinson pronto a dare spazio, con voce calda e profonda, ai demoni e alle sigarette che compongono la poetica amara del suo ultimo “I Lie To You”, registrato proprio sullo stesso terreno sponzato in cui si esibisce. È quindi tempo per il padrone di casa di prendere la scena non solo con le canzoni della sua ultima fatica discografica, uscita lo scorso aprile, ma anche con i tanti pezzi che il pubblico intona all’unisono fino alle luci dell’alba, da “Maraja” a “Che coss’è l’amor”, “L’uomo vivo” e un’estatica “Il ballo di San Vito”. Sul palco insieme alla Rolling Sponz Review - la super band composta da Alessandro “Asso” Stefana, Victor Herrero, Andrea Lamacchia, Raffaele Tiseo, Peppe Leone e molti altri ancora -, eccolo dare ulteriore forma alla migliore delle agitazioni sociali, tra cavalli di battaglia, canzoni della tradizione contadina e larghi sorrisi. Non mancano poi gli ospiti d’eccezione come Margherita Vicario, con cui è stata incisa “La cattiva educazione”, e Samuele Bersani, che prima ha proposto le sue “Il mostro”, “Giudizi universali” e “En e Xanax” e, con il padrone di casa, una bluesissima “Billy Budd” da “Marinai, Profeti e Balene” del 2011. .

Ancora una volta, lo Sponz Fest di Vinicio Capossela si propone come esperienza di sconquasso dell’abitudinario, di resistenza alla banalità, di polvere da alzare fino al cielo per seminare quel germe della pazzia tanto indispensabile per contrastare la vera follia che abbiamo ogni giorno davanti agli occhi. E quale modo migliore per battersi se non ballando e sponzando con un grande, incredibile girotondo sotto il benestare della Luna... Perché se la ragione è lì che si conserva, vuol dire che sulla Terra non è rimasta che follia.

Scheda artista:   
Vinicio Capossela
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